sabato 2 marzo 2002

Kenya 13 - Quotidiano a bomet

10.1.2002


Quando sono riapparsi mi sono resa conto di quello che da un po’mancava a Bomet: I bimbi in divisa! Anche qui dopo natale hanno riaperto le scuole, e oggi il primo gruppo in grembiuli a quadretti e maglioncini blu mi ha salutato: “ AUAIU’! AUAIU’! AUAIU’ “ Un treno di vocali urlate a squarciagola: come tutti quelli che sono stati qui sanno, nel linguaggio dei bambini africani significa “How are you?” Come stai?

Macchie blu della Bomet Accademy, macchie verdi della Sant. Mary’s, macchie rosse della Bomet Primary, macchie rosa quelli dell’Africa Gospel. A Bomet town ci sono diverse scuole: la Bomet Primary e’ quella statale; ci va solo chi non puo’ permettersi una scuola privata, molto piu’ costosa, come quella cattolica o quella degli evangelici. La statale e’ un disastro, nessuno dei maestri che ci insegnano ci manda I propri figli, non e’ una scuola, e’ poco piu’ che una lunga baracca che ospita piu’ di 900 bambini in grembiuli rossi stracciati e rattoppati. Nella pausa pranzo vedi tutta la frotta che si riversa giu’ per la collina della scuola, verso il paese, e a grupetti si dirigono a casa a mangiare. La percentuale di bambini senza scarpe, tra chi veste l’uniforme rossa, credo sia intorno al 70%; quella di chi ha l'uniforme intera, senza strappi, cuciture, maniche mancanti, sara’ del 30.

Chi veste in verde, Sant’Mary’s, la scuola cattolica, e’ figlio della Bomet “da bere”. Sono tutti bimbi con scarpe e cartella, e molti si fermano a comprare le pagnotte dolci ai chioschi.

In kenya il livello dell’istruzione e’ bassissimo, e I costi della scuola sono completamente sostenuti dalle famiglie: il governo si sta tirando fuori da tutto.

L’anno scorso a Bomet c’e’ stata una raccolta fondi (un harambee) per la Primary appunto, con ospiti illustri: la cifra portata da questi signoroni e’ stata 300.000 ksh, circa 9 milioni. Qui ci costruivi meta’ scuola in pietra. Come ogni fondo pubblico invece, il sole dell’equatore l’ha fatto evaporare senza lasciare traccia.

Da quest’anno Moi (il presidente) ha deciso (perhce’ Moi decide, e quello che decide e’ legge) che I genitori non devono piu’ pagare alcuna tassa scolastica. Il che significa: morte delle scuole, perche’ il governo non passa una lira, a parte gli striminziti stipendi dei maestri. La ragione? Moi dice che e’ perche’ non si possono costringere I genitori a sobbarcarsi I costi dell’istruzione scolastica. Non dice pero’ chi li dovrebbe sostenere. Allo stato delle cose nessuno.




14.01.2002

Ieri e’ venuta a casa da noi una donna, Agnes, che da qualche mese segue I corsi e gli incontri del gruppo dei mattoni. E’ una donna che e’ rimasta vedova, e che comprando e vendendo mais, patate e piccole cose e’ riuscita da sola a far studiare I quattro figli. Vive in capanna in un villaggio che si chiama Masese, e veniva a chiederci un prestito di 600.000 L.

E’ arrivata cortese e con il suo fazzoletto in testa (nei villaggi tutte le donne portano fazzoletti colorati)e ha aspettato qualche ora perche’ noi non c’eravamo. Deve pagare la rata della scuola dei due piu’ giovani, che sono ancora alle superiori: per pagare quella dello scorso semestre e’ stata costretta a usare Il piccolo capitale che usava nel suo business di compravendita mais e patate. Le sue patate poi non sono spuntate, e lei si e’ ritrovata senza nulla, senza neanche I soldi per comprare il mais da piantare. Significa non che I figli non potranno permettersi Il semestre, ma fame.

Voleva sapere se potra’ accedere a uno dei prestiti del programma che portiamo avanti qui a bomet.

Siamo state per un po’ a parlare sedute sul divano. Con voce pacata mi diceva “ Is very hard”. E’ molto dura, non ho piu’ niente.

Noi proprio non sappiamo piu’ cosa vuole dire non ho piu’ niente. Ninente qui e’ niente.

Per chiedermi il prestito e’ venuta a piedi.

Da Masese?

Si.

Ma quanto ci hai messo?

Poco, c’e’ la scorciatoia, dice mostrandomi le colline di fronte a casa.

Ma poco quanto? Tre ore.




17.01.2002

Tutte le bouganville sono fiorite: il vialetto della parrocchia e’ una nuvola bordeaux e viola intenso. Sto aspettando Mourine: c’e il silenzio dell’Africa. E cioe’ giochi di bambini, che vivono nelle stanze che affitta la parrocchia, due gru che ci volano sopra la testa, il sole riflesso nel viale rosso e viola intenso. Dal fresco dell’ombra dove mi trovo vedo una donna imboccare il viale, con un enorme fagotto in testa, un lenzuolo legato ai quattro angoli che contiene fieno. Avanza silensiosa, in un momento che si sente come magico: e’ anziana, scalza, non piegata sotto il peso. Avanza lieve. I bimbi la vedono, si illuminano, sussurrano emozionati “Baba!!” –nonna- e le corrono incontro allegri e silenziosi.

Sembrava che nessuno avesse il coraggio di rompere l’incanto del momento.




25.01.2002

Abbiamo trovato un altra incredibile attrattiva nella grande citta’ di Bomet: il Video Club, e cioe’ il noleggio videocassette. Ce ne sono due: uno e’ nel mercato, cioe’ sospeso sopra la fogna. Si tratta di baracca di legno lunga. Apri la porta…e sei sommerso da un puzzo intensissimo, di almeno 30-40 persone sedute al buio sui sedie che poggiano sul fango e che guardano un televisore precariamente appoggiato su una mensola alta, in fondo alla baracca. Il padrone ti fa attraversare la sala (ovviamente tutti per 10 minuti non seguono piu’ il film) e passi con lui in uno sgabuzzo di legno e cartone (piu’ cartone che legno) nel quale c’e’ il generatorino, il bracere coi fagioli, il letto del padrone della baracca e un paio di scaffali precari e marci con una 50ina di videocassette da noleggiare: tutte kung-fu, sbudellamenti, sparatorie, e macelli vari di quart’ordine (tipo il film col cugino di Bruce Lee, o con il fratello di Van Damme…).

Tra il puzzo e la scelta che ci si presentava, abbiamo cercato di fare veloci….Abbiamo optato per una videocassetta “normale”, e cioe’ “Jurassic Park”, mai pensato di vederlo in italia, ma sopra la fogna le prospettive cambiano.

Giusto per curiosita’ andiamo a vedere anche l’altro videonoleggio, ai piani alti di uno dei due edifici alti di bomet. Ballatoio che da su panorama tipo Beirut, ma dentro pulizia e ordine: e’ il video’noleggio della “Bomet Bene”. Scaffali bianchi, segretaria, registration fee: 500 Ksh (carissimo! La paga giornaliera qui va dagli 80 ai 150 Ksh), scelta vagamente migliore. Diciamo da hooligan del bologna che trova I film per se e per la fidanzata. Prendiamo un film con Harrison Ford (non ricordo il titolo). Ci iscriviamo ed entriamo a pieno titolo nel gota dei soci del video club. Altri membri: il prete (che incontriamo nel negozio e ci consiglia una serie di film di bambini sparati e mamme disperate), il padrone dell’ingrosso birre, della ferramenta, il preside della scuola, il chief, qualche impiegato comunale.

Ci prepariamo la video-night, con trepidazione inimmaginabile in italia: ci facciamo prestare televisione e video da Bet (a cui sono stati regalati da un vicino, che se li era comprati senza pensare che viveva in una casa di fango senza luce), divano con cuscini, birra, pop-corn. E…viaaaa!

Il primo film ci e’ durato 17 minuti, il secondo un po’ di piu’, forse 32: poi la pellicola ha cominciato a ballare furiosamente ed e’ stato impossible proseguire la visione. Si sentiva solo l’audio, e si vedevano striscie e luci: come I film criptati. Delusione colossale dopo 20 mesi di Bomet.

Ma ci hanno assicurato che se le videocassette sono difettose possiamo sostituirle!!




6.02.2002

La saga delle galline continua: ieri ho trovato la gallina rossa senza un occhio.

La stessa che a gennaio avevamo trovata completamente sventrata. A me subito sono venute le mani molli; l’occhio era come sparito, al suo posto una patina bianca.

Non so, una gallina sfigata, o con tendenze autolesioniste, forse che stia cercando di uccidersi…cervello flippato di gallina…poveretta la mia gallina rossa!

Va be, non sapendo bene cosa fare, apro lo stesso il pollaio. La gallina-toro, quella col pulcino, temuta anche dai gatti e dai bambini (che vengono da me dicendo “Your hen is dangerous”- la tua gallina e’ pericolosa) esce e svolazza via subito col pulcino; la rossa esita. Guarda tutto di sbieco (da un lato non ci vede), non riesce bene a infilare la porticina nella rete, si blocca sula scala, si butta di sotto. La vedo andarsene un po’ perplessa e a zig zag, ma non particolarmente provata. Le galline non sembrano mai particolarmente agitate.

Per tutto il giorno non la vediamo (e’ sabato, e siamo a casa a ciapinare), poi mentre sto leggendo in veranda, verso le quattro, arriva. Appare alla recinzione, e sembra ubriaca fradicia (e del resto il sabato pomeriggio a Bomet il 95% della popolazione brancola ubriaca da un bar all’altro), fa un passo e poi rotea tutta la testa per vedere dove va; inciampa, casca nel buco dove bruciamo la spazzatura, si blocca contro il muro di recinzione senza capire perche’ non riesce ad andare oltre: non ha piu’ neanche l’altro occhio!!

Arrgggg, ma allora e’ malata! E’ una malattia!!!Galinamalataaaa!!!!

Subito la prendiamo coi guanti –Coo-coo?- e ci rendiamo conto che gli occhi sono ricoperti da una spessa membrana bianca, e lacrimano tutti.

Terrore per le malattie africane che si propagano dalle galline agli umani.

La chiudiamo nel cesso esterno, chiudendo il buco con una pietra (per evitare ulteriori gesti sconsiderati della gallina), e decidiamo di consultare un veternario. Bomet e’ un paese rurale, e ci sono almeno 6 negozi di prodotti agro-veterinari.

Responso: la gallina ha la coccidiasi, detta anche Newcastle Desease, infezione di non so che che colpisce gli occhi e uccide. MA: vendono la cura.

Compriamo la polverina antibiotica puzzolente, che cosi’ dovrebbe piacere alla gallina, e comincia la cura.

Io la tengo ferma coi guanti, aldo con una siringa le inietta in gola l’acqua in cui abbiamo sciolto l’antibiotico; decidiamo anche di pulirle gli occhi con acqua e amuchina…e…miracolo!!! La gallina li riapre!!!! Miracolo miracolo, sento che non morira’, sono molto felice, la chiudiamo tutta la notte nella latrina, con cibo e acqua imbevuti di antibiotico. Chirchir, la nostra guardia notturna, impressionata dal nostro intervento di alta tecnica infermieristico-veterinaria, decide di pregare per la gallina.

Ormai il patos attorno alle mie galline e’ generalizzato… mi sento un po’ ridicola oggettivamente, ma la gallina e’ sotto la mia cura, e si deve fare il possibile.

La mattina dopo…e’ ancora vivaaa!!!! Troppo contenta: la gallina sfigata resiste!

Decidiamo quindi di darle antibiotico e disinfettarle gli occhi mattina e sera.

Riafferriamo la gallina, le facciamo l’impacco agli occhi, che sono sempre gonfi e orripilanti, ma in via di miglioramento, e poi via, siringatone in gola di acqua e antibiotico.

Ma, attimi di panico: alla prima siringata, la gallina, da tesa e incazzata che e’, sbarra gli occhi, si immobilizza un attimo, si ammolla tutta, e…. sviene!!! Sviene sul cemento!

-Oddio Aldo, la gallina e’ svenuta!- Aldo si pietrifica, e nello stesso istante entrambi ci rendiamo conto che aldo invece di siringarla con l’antibiotico l’ha siringata con l’amuchina!!! Aaaarggg! Hai ucciso la mia gallinaaaaa! Ha imbottito la gallina di candeggina!!!

La gallina resta immobile per un po, in un silenzio carico di accuse e indignazione; poi, inaspettatamente, come nei film americani quando si scopre che l’eroe fingeva di essere morto, ma non lo era, anche lei apre un occhio, tira su la testa, e senza alcun segno del trauma appena subito, si ritira in piedi: la gallina si piega ma non si spezza!!!!

Adesso e’ ancora sotto cura, ma sembra stia meglio; gli occhi migliorano, le diamo sempre l’antibiotico, e Chirchir e’ contento, peche’sostiene che se si prega tutto si risolve. Sempre.




13.02.2002

Abbiamo scoperto che quando I bimbi dei nostri vicini fanno I capricci, tipo che non vogliono mangiare, o andare a scuola, o a letto, le mamme li minacciano dicendo: “Guarda che adesso chiamo Aldo che ti mangia!”.

Noi abbiamo l’uomo nero, loro l’uomo bianco!

Aldo e’ divantato il babau dei bambini di bomet.



15.02.2002

Oggi andiamo a Masese col manager del Village Bank che lavora con noi, per valutare quanto esborsare in microprestiti al gruppo di Agnes.







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