martedì 30 gennaio 2001

Kenya 6 - Circoncisione


Carissimi,

dunque: qui noi siamo sotto le piogge piu' torrenziali mai viste. Ci dicono che di solito la stagione delle grandi piogge e' cosi', solo che dovrebbeessere in maggio-giugno. A gennaio, a memoria di vecchi, non si e' maivista una cosa del genere.
Qui non ci sono le quattro stagioni, ci sono solo due periodi dell'anno chetutti aspettano con impazienza: le piccole piogge, ad ottobre-novembre, ele grandi piogge appunto, a maggio giugno. L'anno scorso le grandi pioggenon erano venute. E' il periodo in cui siamo arrivati in Kenya, e in cui cominciava lo stato di emergenza per la siccita', e di conseguenza carestia. Non si parla di spettacoli come quelli che si vedono in televisioone, tipo etiopia o biafra, ma strisciante anche qui l'equilibrio secolare si sta rompendo, e l'anno passato piu' di cinque milioni di keniani hano mangiato solo grazie agli aiuti mandati dall'estero.
Anche qui a Bomet la situazione era veramente deprimente, da vacche magre, come vi raccontavamo. Quando doveva piovere non e' piovuto. Adesso che non dovrebbe, piove che l'acqua si porta via strade, ponti, fette di terra. In molte zone ancora non possiamo andare, perche' le strade sono impraticabili. Pare che dopo il Nino di due anni fa nessuno sappia piu' cosa aspettarsi: e quando milioni di persone basano la propria sopravvivenza solo sul mais che
piantano loro stessi e' un dramma. Certo, tutto si incrocia con il fatalismo millenario di questa gente, ma veramente c'e da chiedersi cosa stia succedendo. Leggevamo che queste piogge di gennaio sono causate da un innalzamento della temperatura della superficie dell'oceano indiano.
La gente quindi ha piantato il mais. Di solito lo pianta a ottobre o maggio, ma sono ben due cicli che vengono saltati, cosi' ci prova adesso. Purtroppo non credo che gli andra' bene neanche questa volta. Sta arrivando dalla Tanzania una invasione di bruchi che distrugge tutti i raccolti, e
che ha gia' devastato il kenya nel 1989. Sono i bruchi di alcune farfalle notturne, che si spostano quando le farfalle adulte di notte, volando, avanzano per cercare dove posare le uova. E in Kenya arriveranno giusto in tempo per divorare il mais tenero spuntato da poco. Se le stagioni fossero
state "quelle di una volta" non avrebbero trovato niente e si sarebbero fermate. Invece grazie al pienone che faranno qui si prevede riusciranno ad arrivare e distruggere tutto anche in Etiopia e Somalia. Diecimila chilometri di raccolti distrutti. E la gente stara' a guardare.

In partenza da Roma a dicembre abbiamo trovato in offerta in aereoporto una
radiolina a onde corte, e adesso riusciamo a sentire gli illuminanti radiogiornali italiani (anche se solo quando c'e' il temporale, pare che le onde viaggino meglio...), e per fortuna anche quelli dela BBC. A sentire la
rai italiana ci chiediamo : ma dove vivono quelli? Veramente fa impressione come da noi si parli solo di politica interna e cronaca e sport. La BBC sono ormai due settimane piene che parla solo degli esisti di questi studi che spiegano come nel prossimo secolo la temperatura della terra si alzera' tra 1,5 e 6 gradi. Conseguenze: nel giro di 25 anni i due terzi della popolazione mondiale soffrira' di scarsezza o mancanza d'acqua: io ricordo benissimo quando in italia si ascoltano queste cose come ci si sente. Fa impressione, ci si sente male un attimo, ma poi da noi ci sono le dolomiti, i begli appennini, la pianura ricca e rigogliosa. Come si fa a pensare ad una cosa cosi' lontana? Da noi non sembra vero. Ma non sembra vero solo perche' le zone dove questo GIA' SUCCEDE, ADESSO, non quando ci saranno i nostri nipoti, non hanno voce, non hanno peso, non hanno ruolo. E quindi non se ne parla. E quindi non esiste.

Invece qui vedo e tocco quello che succede. Io compro la mia pasta a Nairobi, e la disponibilita' della pasta non dipende dalla siccita' di questo continente. Anzi, per qualche misterioso fenomono, la disponibilita' di pasta in tempi di carestia aumenta.
Accade in fatti che a settembre scorso il governo italiano sia andato su tutti i giornali locali come primo governo che ha risposto all'appello del Kenya per derrate alimentari di emergenza, e ha fatto pervenire tonnellate e tonnellate di cibo 20 giorni dopo l'appello di Moi. Il nostro ambasciatore quaggiu' ovviamente ha incassato gli elogi, e si e' guardato bene dallo spiegare che le derrate arrivate erano in realta' cibo di emergenza chiesto con urgenza al governo italiano piu' di una anno fa, e che il governo si era impegnato a far arrivare in tempi brevissimi. Noi questo lo sappiamo perche' eravamo per pratiche personali in ambasciata nei giorni in cui dovevano gestire gli arrivi dei containers al porto di mombasa, e addetto era proprio un nostro amico che lavora in ambasciata. Lo stesso ci ha poi fatto vedere gli incartamenti. L'italia aveva mandato tonnellate di pasta.

Pasta.

Un chilo di pasta si cucina con almeno cinque litri d'acqua. Ed era cibo destinato alle zone colpite da siccita'. Siccita' qui vuol dire che l'unico stagno fangoso a disposizione di magari 10 villaggi e'
completamente secco. Cinque litri di acqua?

Pasta.
Le zone della distribuzione del cibo erano quelle dei Samburu e dei Pokot. Quelli sanno giusto cos'e' l'ugali (polenta) e mbuzi. Ma qualcuno in italia ha provato ad immaginare un samburu con un pacco di Buitoni in mano? Non credo. Il nostro governo si e' impegnato unicamente a far arrivare la
pasta al porto di mombasa. Da li in poi si e' assunto il compito il governo kenyano.
Il che significa che la prossima carestia, oltre alla pasta richiederanno anche il vino e qualche cacioricotta romano.

Sempre la BBC diceva che si alterneranno siccita' e inondazioni, la calotta polare diventera' un fenomeno STAGIONALE(!!!) con quello che ne deriva in termini di terre sommerse.
Nel frattempo noi mandiamo l'aereo blu della Buitoni in giro per il mondo, e Bush dice che i verdi negli USA e' ora che la smettano, perche' il paese si deve sviluppare....

A volte penso che abbia ragione una mia amica attivista del movimento lesbico separatista: lei dice che riprodursi non e' un dovere, e che anzi, se tutti cominciassero a fare cose serie, invece che fare figli si starebbe molto meglio. Non fare figli come segno di coscienza civile: saltare una
generazione come disintossicazione necessaria per il mondo. Senza arrivare a questi estremi e' pero' vero quello che dice Vandana Shiva, uno dei fisici contemporanei piu' affermati che ha abbandonato tutto perche, da dentro, ci ha visto chiaro: " L'illuminismo e la teoria del progresso che da esso ebbe origine erano incentrati su due categorie: la conoscienza scientifica e lo sviluppo economico...In tutto il mondo sta ora prendendo piede un nuovo interrogativo, fondato sul'esperienza di coloro che il progresso lo subiscono...coloro per i quali l'espandersi del cosiddetto illuminismo ha coinciso con la diffusione delle tenebre, con l'estinzione della vita e dei processi che la alimentano. Cresce una nuova consapevolezza, che sta mettendo in dubbio l'indiscutibilita' della scienza e dello sviluppo, rivelando come non si tratti di categorie universali di
progresso, bensi' di progetti peculiari al moderno patriarcato occidentale".

E a proposito di patriarcato, questo non da il peggio solo nelle moderne societa' occidentali. Anche qui, pur nell'assenza di sviluppo come lo intendiamo noi, ha saputo dare il meglio (il patriarcato da il meglio di se in ogni condizione e contesto: e' come l'erba mala)
A dicembre siamo stati ad una cerimonia di circoncisione femminile, nel distretto del transmara. Insomma, la lettera e' iniziata greve, finiamola in peggio, cosi' tiro fuori tutte in una volta le cose negative. Quasi tutte le tribu' del Kenya ancora praticano la circoncisione femminile, nonostante questa sia stata dichiarata illegale; l'unico esito del provvedimento e' che adesso ci sono piu' morti, perche' i medici non possono assistere alla cosa, come invece accade per la circoncisione maschile. A seconda della tribu', l'incisione e' di grado diverso; qui non c'e' l'infibulazione, c'e' solo la " circoncisione" vera e propria, che e' una mutilazione piu' o meno radicale dell'apparato femminile. Si va dai Kisii della regione del lago vittoria, che si limitano ad una incisione del clitoride (basta che sgorghi del sangue) ai masai che operano la circoncisione chiamata faraonica, e cioe' la completa mutilazione di tutto: clitoride, labbra. Non rimane nulla.
Nella nostra zona la circoncisione consiste nella clitoridectomia, operata con coltello o lamette. Le cerimonie avvengono tutte a dicembre, che e' il periodo rituale, e si tratta di una vera a propria iniziazione; abbiamo potuto partecipare, perche' un attivista locale che lotta appunto contro queste pratiche, ci ha portato nel suo villaggio nella notte del rito.
Io fino all'ultimo momento non sapevo cosa fare, mi sento veramente male quando penso a questa cosa. C'e' chi la definisce inumana, ma io penso che l'aggettivo inumano in se fornisca una giustificazione sin troppo facile, non e' altro che una scappatoia. La cosa tremenda e' che e' proprio una cosa violentemente e miseramente umana.

Siamo partiti dopo pranzo da Bomet, direzione sud, Transmara, area a ridosso dei grandi parchi, Masai Mara per intenderci: zone semiaride, selvagge e, a parte i camioncini di giapponesi e americani coi cappelli da cow boy sulle piste rigidamente autorizzate, nulla. Tre ore di sterrato (allora secco, per fortuna) ci hanno portato attraverso un succedersi di colli sempre piu' ampi e vasti, scendendo progressivamente di altidudine, fino alle pianure a ridosso del Masai Mara. A quel punto abbiamo lasciato la macchina, e abbiamo camminato per quasi un ora "random", per noi, per il nostro amico in precisa direzione verso l'agglomerato di capanne a cui eravamo diretti. Si tratta di una zona al confine con i masai, che nella stessa notte celebravano lo stesso rito, e che spesso si scontrano con le popolazioni stanziali per acqua e pascolo.

Una volta arrivati ci hanno fatto accomodare dentro una delle capanne, le classiche case circolari di fango col tetto a punta di paglia. Dentro c'e un focolare, una panca, le galline e qualche sacco per terra per sedersi. Per noi non abituati, impossibile resistere i primi dieci minuti: siamo dovuti uscire tossendo e lacrimando in modo pazzesco. Le capanne non hanno i buco per far uscire il fumo, e dentro quasi non ci si vede da tanto ce ce n'e', acre, denso e nero. L'odore di "malga" che fanno gli africani deriva da questo.
Dopo un po' ci siamo abituati, e abbiamo cominciato ad abituarci anche all'oscurita'. Dentro la casa c'era una donna accovacciata che cucinava, qualche bambino, un vecchio seduto, e sotto l'unica panca dove avevano messo a sedere noi almeno dodici galline, una delle quali in cova. Ci hanno tenuto li un ora buona e abbiamo cenato con loro. Ugali e pollo, a me e'capitata la testa. E al buio perscare con le dita nella tazza del brodo dove galleggiava di tutto e' stata per me una prova di coraggio. Io da piccola piangevo se nella carne trovavo dei pezzi di grasso. Continuavo a ripetermi "Prova di coraggio, prova di coraggio!" Abbiamo mangiato per terra, tra le galline.
Poi siamo usciti, e al buio, con le nostre torce, abbiamo coninciato a seguire Antony, l'amico locale, che ci ha condotto presso le altre capanne.
Il buio e' buio: e la in mezzo eravamo proprio nel nulla.
Abbiamo fatto
piu' di un ora a piedi attraversando campi, fossi, sterpaglie, inciampando, noi con gli scarponi, loro a piedi nudi. Abbiamo fatto ua specie di pellegrinaggio presso le varie case dove c'era un adolescente che quella notte sarebbe stata circoncisa. La circoncisione infatti si fa tra i 13 e i 17 anni. Con la circoncisione la ragazza diventa donna, e da loro e' per lo piu' sentito ancora come un orgoglio. I giorni prima avevamo incontrato lungo la strada diverse ragazze con in testa la maschera rituale della circoncisione e in mano la coda di vacca.
La cosa impressionante e' che la ragazza sa che si tratta di un rito per diventare donna, ma non sa cosa sia di preciso. E' un iniziazione, e quindi lo possono sapere solo le donne gia' iniziate, noi stessi siamo stati ammessi sono fino ad una certa fase del rito. Oltre, possono assistere solo le donne della tribu', che si isolano in una capanna lontana con le ragazze.
Le madri, le sorelle, le amiche piu' grandi, nessuna dice alle piu' giovani quello che dovranno passare, nessuno dice che si tratta dell'amputazione del clitoride. Sanno che si tratta di una prova di grande coraggio (altro che il mio pollo...), che verranno tagliate, ma non sanno cosa questo significhi. Bisogna poi ricordare che si tratta di ragazze tuttesessualmente attive, qui iniziano verso gli 11 anni, e che quindi hanno gia' dell'esperienza (non so quanto meravigliosa, vedendo gli uomini...).
Mi ha schiacciato vedere questa complicita' con il patriarcato di donne che non hanno scelta. Collaborare con pratiche di pura violenza e sopraffazione per la sola ragione che al di fuori di quelle per la donna non c'e' scelta. Una madre vuole che la propria figlia sia circoncisa: sa che non avrebbe alcuna possibilita' di accettazione sociale altrimenti, non sarebbe sposata e rimarrebbe una maledizione per la famiglia. E allora c'e' questa cappa di paura e omerta' di mistero. Mentre arrancavo nel buio pensavo con angoscia che era come una specie di crudele Babbo Natale da
noi. Tante promesse di regali, di cose grandiose, ma mi raccomando non bisogna vederlo. E qui e' lo stesso: diventi donna, sarai finalmente grande, vedrai che cosa incredibile, ma non devi sapere come, cosa, non chiedere, che arriva e dopo vedrai!
Mi sembrava di stare al macello, quando
le bestie non sanno cosa succedera'.
Anche perche' la ragazza assomiglia veramente a una mucca. Viene caricata di sonagli e campanoni, come quelli delle vacche appunto, e vestita con il costume della cerimonia. Tiene in bocca un fischietto, e tutto il giorno deve saltare e danzare, producendo un effetto come quello dei mammuttones sardi. Qualcuno si da sempre il cambio, di fronte a lei, con un altro fischietto in bocca, per darle il ritmo e non farla fermare. E' per sfinirle. Arrivate a notte fonda sono delle specie di zombie, stravolte dalla fatica e rincoglionite dai campanacci che hanno avuto addosso tutto
il giorno. E' ovviamente perche' al momento del taglio non riescano ad opporre resistenza, e forse neppure a capire quello che succede. Nella loro credenza saltando tutto il giorno poi il clitoride si ammorbidisce, ed e' piu' facile tagliarlo.
Noi siamo arrivati in piena notte a queste capanne, dove le ragazze suonavano assordantemente il fischietto, e l'atmosfera era veramente irreale. Buio totale, a parte le torce fuori dalle capanne,; le ragazze in piena danza rituale, i parenti tutti attorno nel buio; il suono lontano che proveniva dalle altre capanne. Decisamente macabro.
Presso una delle
capanne si svolgeva appunto questa scena, e ci siamo accorti che nel buio
si nascondeva una figura coperta, che sgusciava via. Antony ci ha spiegato che era la sorella maggiore della ragazza, che aveva rifiutato di essere circoncisa, e che si doveva nascondere per paura di essere presa e picchiata. Sic.
Le ragazze che vanno a scuola cominciano a saperne di piu' e a rifiutarsi. La famiglia pero' a quel punto le ricatta: non paga piu' la retta scolastica e non le sostiene. Ci diceva Antony che una ragazza non circoncisa e' come una donna di malaffare, la vergogna della famiglia, e che quindi ultimamente accade sempre piu' spesso che vengano bloccate e circoncise con la forza. Quelle che cercano di scappare vengono picchiate.
Sic, non easagero nulla.
Ho aspettato tanto a scrivere questa lettera perche' avevo bisogno che tutto si depositasse nella mia testa, perche' quello che ho visto e sentito e' stato di una violenza inaudita.
Mentre le ragazze ballano (meglio dire saltano), gli uomini della famiglie allargata arrivano tutti nella capanna, al cui centro viene interrata una specie di giara piena di una bevanda alcoolica che preparano loro, il pombe. Stanno tutti seduti attorno, e con delle lunghissime cannucce di canna ne bevono per ore e ore. Alla sera ovviamente sono tutti ubriachi.
Dopo essere rimasti un po fuori anche noi siamo stati fatti entrare. Dentro una lampada accesa e milioni, dico milioni, di mosche ovunque. Almeno una trentina di persone stipate, alcune decisamente allucinate (sniffano delle erbe strane), altri seduti, altri attorno ad una radiolina che ballavano.
A quel punto, la ragazza viene fatta entrare, dopo almeno 10 ore che salta: sulla porta ogni membro della famiglia prende del grasso dal corno di un bue e glielo spalma sulla faccia, recitando degli auguri rituali. Un tempo era grasso di vacca. Adesso e' Blue Band, la margarina industriale che si trova ovunque, veramente squallido. La ragazza entra e si siede nel centro. Incomincia l'incoraggiamento.

L'incoraggiamento e' la fase intermedia, quella in cui la famiglia si stringe attorno alla ragazza e la incoraggia e carica in vista del passo successivo.
Prendono ovviamente la parola prima gli uomini, i fratelli, i parenti, ma poi anche le donne, le anziane, la madre, e tutti fanno un discorso. Antony ci traduceva dal Kipsigies. Ogni volta che qulcuno si alzava si levavano centinaia di mosche, e bisognava aspettare che si posassero prima
di parlare, perche' seno' entrano in bocca.
Il tenore dei discorsi era questo:
fratello: "tutta questa gente e' qui per te, sono venuti da lontano, non fare quelle cose strane che scappi, perche' se non vuoi guarda che diamo il costume alla tua sorella piu' piccola e lo fa lei"
madre: "e non credere di fare quelle cose nuove che si sentono adesso, che le ragazze scappano. Dove vuoi scappare? Qui ti troviamo, e ti picchiano forte, poi ti portano dentro di nuovo, e lo devi fare"
Fratello: " guarda che sono tutti qui per te, e noi siamo qui che ti prendiamo. Che idee hai, se non sei contenta non lo fai, non sei degna di portare il costume che indossi"
padre: "guarda che la festa e' per te e non puoi scappare"
Cosi' almeno venti persone, la meta' ubriachi.

Devo dire che per chi ha gia' magari delle tendenze"femministe" vedere lo
spettacolo in questione e' al di la di ogni sopportazione. Anche Aldo era veramente pietrificato, credo che la cosa lo abbia messo in crisi, non credeva ai suoi occhi.
Alla fine dell'incoraggiamento quindi, la ragazza esce, e danza attorno ad un arbusto che la mattina ha dovuto cercare, sradicare e piantare fuori dalla capanna. Girato tre volte attorno a questa specie di altarino, parte con tutta la famiglia, e si dirige verso la capanna isolata alla quale vengono portare tutte le ragazze, e nella quale si fermeranno solo le donne, per la fase dell'iniziazione.
Questa dura qualche ora, fino verso le 5 o le 6 del mattino.
Nessuno e' ammesso: in questa fase le donne porbabilmente passano il sapere della tribu' alle ragazze, le istruiscono sul loro ruolo, pregano, svolgono altri rituali.
Quando tutto e' fatto, allora tagliano le ragazze. Un tempo si faceva al fiume, nell'acqua fredda, che fermava in parte il sangue (e comunque alla faccia del'acqua pulita...). Adesso lo fanno dentro la capanna. Usano lo stesso coltello o lametta per tutte. I locali che lottano contro queste pratiche si attaccano alla pericolosita' da contagio dell'AIDS, non possono dire altro, verrebbero cacciati dagli anziani. Alcune organizzazioni stanno cercando di entrare nelle scuole, informare le ragazze, portare nei villaggi donne di "successo" (sposate e con lavoro) che non siano state circoncise, e che parlino alle ragazze, dimostrando che ci si puo' opporre.

A quel punto noi siamo tornati alla capanna dove avremmo passato la notte. Eravamo prostrati, nell'animo e nel fisico: un altra ora a piedi per tornare alle capanne. Eravamo con due volontarie americane, anche loro allibite. In tre ci siamo dovuti fermare piu' volte perche' la cena aveva fatto drammaticammente effetto. Insomma, una ritirata alla Napoleone verso le due di notte.

Arriviamo alla capanna: per cortesia ci hanno scelto una di quelle in cui
non stanno le capre, ma solo le galline. Il fuoco e' ancora acceso, il caldo e il fumo sono pazzeschi, mosche a gogo, il puzzo di gallina intensissimo, le loro cacche ovunque. Dove dobbiamo dormire? In terra. Aldo comincia a imprecare.
Comunque stendiamo il sacco a pelo sotto di noi, brancolando nel buio, perche' Aldo e' un fautore delle pile ricaricabili, che ovviamente ci avevano lasciato al buio gia' in mezzo al nulla nella nostra marcia di ritorno. Meglio, perche' cosi' gli inconvenienti intestionali non sono stati notati troppo.
Alla meno peggio ci sistemiamo. Occhi sbarrati. Io mi metto i tappi e provo a dormire, solo che faceva un gran freddo, avevo tutte le calze bagnate dalla marcia nei fossi, quindi provo a cercare un paio di calze asciutte. Accendo la pila un secondo (tempo che si spenga da sola immediatamente) e il gallo che stava con noi nella capanna comincia a cantare fortissimo.
Ci siamo ritrovati di nuovo al buio, seduti per terra
in una capanna circolare di tre metri di diametro, cassa di risonanza potentissima per il gallo impazzito. Da quel momento il gallo ogni mezzora si e' mezzo a urlare come un pazzo, veramente in un modo assordante, fino a che Aldo e' scattato in piedi nel buio urlando "Adesso ti ammazzo!". Io ho fatto in tempo a vedere nel flash della pila, per un secondo accesa prima di morire di nuovo, aldo con in mano un bastone e il gallo drammaticamente folgorato su di un trespolino. Un istante dopo, nel buio, una gragnuola di colpi, gran casino, mi sono coperta la testa, galline che volavano dappertutto, aldo che inciampava, ancora colpi, poi il silenzio. Fino a mattina (cioe' le sei, un ora dopo) del gallo solo qualche rantolo da un angolo della capanna.
Alle sei sono entrati i bambini, mandati gentilmente dalla famiglia per farci capire che dovevano accendere il fuoco, che ci hanno guardato allibiti per tutto il tempo che ci siamo preparati. La capanna era tutta piena di penne e piume di gallina.

Verso le sette di mattina si sente un urlo particolare: vuol dire che tutte
le ragazze sono state circoncise. Nelle famiglie quindi si inizia la macellazione di un bue, che viene squartato, e tutte le interiora vengono gettate sul tetto della capanna. Anche qui siamo stati spettatori.
Le ragazze circoncise passeranno circa un mese separate dal resto del villggio, solo alcune donne possono andare a sfamarle, e solo se appartenenti ad una certa tribu', e per questo devono farle venire da lontano. Se le ragazze vengono sfamate da qualcuno non autorizzato, allora si trasformeranno in scimmie e scapperanno via. Durante il mese devono stare isolate, ma cominciano a confezionare regalini di legno e foglie, da far avere alle persone care, in modo da farsi riaccettare. Allo scadere del mese si ha una nuova cerimonia, in cui vengono fatte uscire dalla capanna passando sotto una arco di frasche, le stesse che a suo tempo avevano seradicato e piantato davanti alla casa.

Dopo il lancio degli intestini e la ricerca di un posto un po' appartato ber i bisogni mattutini, inseguiti dai cani, siamo ripartiti verso la macchina. Marcia di un ora, poi tre ore di sterrato, su una pietra abbiamo danneggiato il cerchione in lega della macchina e abbiamo bucato. Insomma, come Dio vuole siamo riusciti a tornare a casa. Cadaveri nel fisico e nello spirito.

Non so ancora come razionalizzare quello di cui siamo stati testimoni. Di sicuro contattero' una organizzazione internazionale di base a Nairobi, che opera contro la circoncisione per vedere quello che fanno e cosa si potrebbe fare.

Lascio a voi le conclusioni, ma non so bene che conclusioni ci possano
essere se non che si tratta di una mostruosita' e di una violenza inaudita. C'e' che dice che l'occidente non dovrebbe giudicare pratiche rituali legate alla cultura millenaria, ponendosi come sempre nella posizione del
giudice che condanna. Io mi chiedo perche' queste affermazioni vengono fuori solo quando si tratta di difendere i diritti della donna, e non quelli dei bambini, dei prigionieri, dei rifugiati politici, addirittura dei gay, per i quali si stipulano dichiarazioni universali, trattati, convenzioni.
Quando si
massacrano le donne, allora ciascuno puo' fare esattamente quello che vuole? Forse il patriarcato difende i bambini in quanto figli di qualche uomo, e tutti gli altri sopratutto in quanto uomini. Difendere la donna in quanto donna, e non madre, proprieta' o moglie, rimane forse un idea sovversiva, un po' troppo estremista, ecco.

A presto,

Elena