lunedì 19 giugno 2000

KENYA 1- Atterrati!!!!

Carissimi tutti,

Siamo vivi!!!!!! Ciaooooooo!!!!!

Scrivo a tutti assieme un letterone che racconta la nostra prima settimana. Emotion! Suspance! Aldo consiglia a tutti di stamparlo e di leggerlo a puntate, perche' se no vi stufate.
Come state tutti?


I nostri primi giorni qui sono stati come stare in svizzera: stiamo nel quartiere bene di Nairobi (significa che le case sono belle e qui ci abita solo l'alta borghesia), anche l'ufficio di APS (' ONG per cui lavoriamo, e' in un bel posto; attaccato a casa, di fianco c'e' Uchumi, uno dei centri commerciali piu' grossi di Nairobi dove trovi assolutamente tutto ma tutto quello che c'e' in Italia (so che e' da comsumisti, ma e' determinante se sai che dovrai stare qui un anno sapere che potrai mangiare tutte le cosine a cui sei abituato), una pizza take away e un Kentuky Fried Chicken, insomma posto da ciccioni africani con la puzza sotto il naso. Pero' utile per la sopravvivenza fisica e psicologica a lungo termine.

La casa dove siamo ospitati e molto grande, bella, tranquillissima.

Insomma, ci sembrava proprio di essere in svizzera.


Poi abbiamo scoperto una cosa da lasciare veramente pietrificati. Come vi dicevo stiamo in uno dei quartieri piu' belli di Nairobi, molto verde, molto bello, belle case, ampio, molti uffici, ecc. Ebbene, giovedi' ci siamo resi conto che sul retro del centro commerciale sito a tre passi da casa nostra, credo il piu' grosso di Nairobi, sta la BARACCOPOLI PIU' GRANDE DI TUTTO IL CONTINENTE AFRICANO, piu' grande di soweto in Sud Africa. E' veramente impressionante, perche' dalla sede di Aps, che e' di fianco all'elegante centro commerciale, un quartiere dove quesi tutte le case hanno l'antenna parabolica, parte una strada in discesa, che dopo due curve, non piu' di 300-500 mt, ti apre la vista su una valle enorme che e' tutta ricoperta da una fittissima baraccopoli, brulicante di migliaia di persone, con una densita' inimmaginabile, tutte baracche e rifiuti, e gente ammassata e bicilette, carretti, piccoli banchetti dove si vende di tutto, e migliaia, migliaia, migliaia di persone. Piu' del 50% di tutta Nairobi vive qui, un altro 20% sta nelle altre baraccopoli, e il resto nei quartieri come il nostro. Significa che a Kibera (questo il nome dello slum) vivono almeno un milione di persone. Niente fogne, niente luce, niente acqua, se non nelle baracche che danno direttamente sulla strada. E' stato un flash incredibile. Ci siamo passati in macchina con Sosnes, il fac totum di Aps, gran parte delle persone che conosce vive li, anche gente che lavora normalmente, per esempio il suo barbiere e' un barbiere dentro lo slum, e lui dice che se conosci le persone non e' un posto pericoloso, e che preferisce di gran lunga la gente che vive negli slum alla "borghesia" africana, i nostri vicini di casa per intenderci...
Chi e' stato nel terzo mondo (meglio definito “the majority world”) sa com'e' uno slum. Niente altro che baracche, rifiuti e lamiera, e la densita' umana e' inimmaginabile. Bimbi mezzi nudi a cavallo di rigagnoli a cielo aperto, topi enormi...per forza Nairobi e' pericolosa, metti un milione di persone nella merda con il mega centro commerciale alle spalle: io se fossi in loro lo invaderei radendolo al suolo. Sosnes ci spiegava che un paio d'anni fa l'ONU aveva stanziato una quantita' di fondi inimmaginabile per sanare gli slum di Africa e India. Ovviamente, quelli destinati a Nairobi, sono semplicemente evaporati al sole.


Comunque siamo passati da Kibera per andare a comprare I mobili della nostra futura casa a Bomet. La foto del posto dove siamo andati per cominciare un po' a farci un idea dei costi sara' una delle prime che vi mandiamo. Poco fuori dallo slum (che per altro termina nella foresta!!!) (abbiamo la foresta a meno di 3 km!!), si ritorna verso la citta', in quei quartieri tutti mezzi distrutti. E qui, lungo la strada, ci sono I venditori di mobili. Baracca un po' piu' grande, e una serie di letti, sedie, tavolini esposti lungo la strada Ce n'e' una sfilza. Ci siamo infilati nella baracca di uno e abbiamo contrattato il prezzo per I seguenti item: letto matrimoniale, divano con due poltroncine, tavolo con sei sedie, letto a una piazza e mezzo per gli ospiti, armadio grande da camera, cassettiera, due sgabelli. Per la somma totale di 26.000 KSH. Che significa, circa....728.000 lire!!!
Invece il frigo da solo, nuovo, costa 50.000 scellini. Un incubo! Tutti I beni "tecnologici" sono esclusivamente importati, e le tasse di importazione li rendono carissimi. Dovremo ripiegare su un frigo usato, si puo' trovare anche per 15.000, ma non vi dico le meravigliose condizioni.... Li importano soprattutto dal Giappone e da Dubai, come le macchine.
Insomma, abbiamo cominciato a mettere un po' di piu' I piedi per terra.
Ma il grosso deve ancora arrivare: stiamo per trasferirci a Bomet!!!!

Che dire: il modo migliore per descrivere il nostro primo viaggetto di perlustrazione a bomet e' descrivere la giornata e andare per ordine. Mantiene viva la suspance...
Siamo partiti un sacco in ritardo perche' abbiamo dovuto aspettare una donna molto interessante che lavora per l'ONU con le donne nei villaggi (moltomolto interessante), ma che si regolava con la puntualita' africana, pole-pole sapete cosa vuol dire, e siamo partiti. La strada fuori Nairobi e' subito molto bella. Ci siamo fermati in un punto panoramico dove gia' eravamo stati l'anno scorso, e ci siamo ricordati dei pensieri e delle sensazioni di allora. Sia io che Aldo adesso ci sentiamo molto piu' tranquilli e meno precari. Ricordo di avere guardato lo stesso panorama, con dentro solo insicurezza per il futuro, grossi punti interrogativi, e in fondo un senso di inquietudine dato da non so cosa: io e aldo cominciamo a pensare che fosse dato dalla precarieta' (essere solo di passaggio) e dal vedere tutto filtrato dalla visione dei preti che ci accompagnavano e ci facevano da tramite per qualunque cosa, persone, giudizi o panorami che fossero. Noi questa volta ci siamo sentiti sereni , non piu' solo ospiti o fuori posto, ma in Kenya con un ruolo, testa e progetti, e con la serentita' che da questo ne deriva. Comunque per noi e' fondamentale essere in due. Continuamente ci scambiamo opinioni, e ci diciamo che da soli sarebbe stato troppo difficile e limitato. Quella degli altri cooperanti diventa una esperienza esclusivamente interiore e di solitudine (con tutto il positivo che questo comunque comporta), ma per noi e' veramente qualcosa di profondissimo, che ci comunichiamo a parole e con gli sguardi continuamente.


Ma riprendiamo con il racconto: la strada dunque e' una strada in costa che parte molto alta, e che scende con dei panorami potentissimi fino in fondo alla Rift Valley. Gia' da certe terrazze panoramiche dove ci siamo fermati la vista era indimensionabile. La Rift Valley e' immensa, enorme, vastissima, e io e Aldo abbiamo veramente cominciato a sentirci emozionati. Per tutta la discesa il paesaggio e' molto verde, una specie di foresta, e quando siamo arrivati in fondo....SI E' APERTA LA SAVANA!!!! Ottanta kilometri da mozzare il fiato, su una strada drittissima, che ti porta proprio attraverso l'Africa Madre, l'africa quella dei documentari, eravamo emozionatissimi e col groppo in gola (io lo ammetto, Aldo non puo' perche' e' un uomo). Quasi nessuna macchina, vedi in lontananza I masai con le loro greggi, e I recinti di sterpi che circondano le loro case di fango, e zebre, gazelle, e un sacco di giraffe, anche vicino alla strada!!! Il cielo e' immense e azzurro e tutto a nuvole corpose e bianchissime. Ebbene si, mi sentivo proprio come Karen Blixen!!! (povera ignara…)

Mi sentivo uno di quei chiodini colorati di quel gioco che avevamo da piccoli che finalmente ha trovato il suo posto nella tavolozza tutta traforata dove vanno infilati, Una specie di stato mistico...


Finita la rift, lasciata la savana con I masai e I loro recinti e case di fango viste in lontananza, la strada comincia a risalire, dolcemente e lentamente per un paesaggio che torna progressivamente verde e collinare: le highlands (terrealte) del Kenya centrale appunto. Sono zone molto Verdi, occupate al tempo della colonizzazione dagli inglesi, che grazie alla ferrovia Mombasa-Nairobi- Kampala si erano garantiti lo sfruttamento delle terre piu' fertili del Kenya. Non ci sono grossi appezzamenti di terra, ma ci sono capanne ovunque, distribuite tutte sparse nei campi coltivati, tutto pieno di alberi, macchie di verde e piccoli campi, in un su e giu' di collinette. Nelle zone piu' ampie la vista spazia molto lontano, e tutto e' molto dolce. Sono zone esclusivamente rurali, si incrociano spesso I masai che attraversano la strada con le loro greggi, ma fondamentalmente sono zone di agricoltura di sussistenza. Tucul ovunque.


Noi cominciavamo a essere sempre piu' ansiosi ed emozionati: e abbiamo avuto un po' uno strizzone quando siamo arrivati a Narok, il "capoluogo" della regione, a una 50 ina di Kilometri da casa nostra. Attraversarla e' brevissimo, solito paesottone africano, ma con la sensazione di essere al mercato del bestiame texano: polvere, molta gente, ma "ghe prope gnent!!!". Una curva polverosa, l'invaso ormai vuoto di un laghetto, aria da avamposto di frontiera, una stazione di benzina dove si fermano a fare l'ultimo pieno le carovane di fuori strada dei safari dei turisti danarosi. E anche noi. Comunque abbastanza deprimente. A quel punto abbiamo cominciato a chiederci cosa doveva essere allora Bomet. Proseguendo il panorama era sempre molto bello, e noi semprte piu' ansiosi....poche chiacchiere e molti sguardi interrogativi. Come sara' Bomet? E la nostrea casa? OK, dobbiamo essere pronti a tutto.


Bomet: un buco di culo. Scusate il linguaggio ma non mi viene in mente altro. Un paese che sembra il villaggio del vecchio west, con la strada asfaltata che lo attraversa, e tutto il resto (quel poco che c'e') e' solo polvere, un mercato abbastanza miserrimo (scarpe usate, roba trista, verdure), tutte strade di terra, un piazzone che e' uno slargo tra camion che sono fermi per riparazioni e classici edifici africani, con tutti I negozietti, le scritte colorate, bancarelle varie, senso di sonnecchiosa provincia col suo relativo assoluto immobilismo, la banca che e' proprio la banca del far west (aprendo il conto abbiamo visto che ci sono correntisti anche gli americani di un ospedale super che abbiamo a circa 5 chilometri dal paese), piccolissimo ufficio postale e niente altro. Non c'e' assolutamente niente. Credo si vendano le cose principali: pane, uova, carne, verdura, salciccie, birra, giornali, c'e' la stazione dei bus, ma proprio un posto dimenticato dal mondo. Del resto, la nostra missione sarebbe: favorire lo sviluppo!!! Yuppi, vista così di roba a fare c ene sarebbe parecchia.

Comunque abbiamo fatto bene a portarci I libri, la fisarmonica, avremo tempo per studiare swaili...


La casa del ministro: il progetto infatti e' stato firmato da un ministro Keniano di Bomet, soggetto enorme, che scaccola e scoreggia amichevolmente con tutti, e che e' l'unico ad avere sia acqua che luce (per questo la casa ce l'affitta lui). La sua e' molto grande e di pessimo gusto, tipo zingari all'apoteosi della loro ricchezza, mobili e soprammobili orrendi, ma solo nella grande sala dove riceve la gente, il resto della casa ti da il senso di quelle case del sud Italia perennemente in costruzione, col cemento a vista e molto trascurate. Ha due o tre macchinoni (deve aver fatto parecchi soldi come tutti I ministri keniani che hanno arraffato quanto piu' possible), la parabolica satellitare (puo' vedere BBC, CNN, e qualunque altra cosa, incredibile considerato il posto dove siamo finiti!!!) grandi ritratti di se sul camino, e una moglie giovane, enorme e molto gentile, che ci ha fatto buona impressione, molto amichevole (sapendo che vivremo li si e' comprata un libro di cucina italiana!!!), maestra elementare che ci insegnera' lo Swahili. Il ministro (lo scaccolatore in precedenza descritto) ci ha fatto incontrare a casa sua tutta una delegazione di personaggi importanti, una decina di persone, gente evidentemente molto semplice, ma che per l'occasione si era vestita bene (...): i direttori di due dei 7 politecnici, il presidente dello Jua Kali (I piccoli produttori informali, persona molto carina , energetica ed interessante), il venditore di birra locale (e qui ho rotto il ghiaccio con tutti quegli omoni che mi guardavano quando congratulandomi ho detto che quindi era lui l'uomo piu' importante del paese, non il ministro. Tutti hanno riso un sacchissimo, ma un sacco che mi veniva da ridere anche a me, e ho cominciato a sentirmi un po' meno imbarazzata in un consesso solo di uomini. Sono comunque cosi' felice che ci sia Aldo!!!), il nostro consulente locale, il direttore dell'ong locale. Hanno tutti dei denti e delle bocche terribili, tutte storte coi dentoni mancanti o cariati e coi gengivoni grandissimi. E' stato un primo incontro molto interessante. Quindi abbiamo fatto colazione (uova, salcicce e fagioli!!! Qui siamo gente di campagna!).


La nostra casa: non saprei come descriverla. L'espressione colorita l'ho gia utilizzata per Bomet, preferisco non ripetermi. Trenta metri quadrati di fronte alla casa del ministro, secondo I nostri metri portebbe essere ancora in costruzione, per loro e' gia' raffinatissima cosi', visto che hanno fatto il pavimento su specifica richiesta di Sosnes (prima era terra). Il bagno l'hanno costruito apposta, mezzo mt quadrato dove puoi cagare (sul cesso dei sette nani), lavarti I denti e farti la doccia contemporaneamente, perche' la doccia e' un tubo grezzo sopra al cesso, mentre il lavandino abbiamo chiesto se per favore ce lo possono mettere perche' noi nelle nostre case noi lo usiamo. Cemento scuro a vista, vespone gigante nella cucina (non preoccupatevi, se becca fa male, ma poi il male passa, quindi non e' niente), finestroni di ferro, fosso molto profondo con rigagnolo a tre metri e mucche e pastori a cinque. E' comunque luminosissima, anche se la locazione e' un avvallamento della zona, ma le stanze sono molto piccole. Abbiamo calcolato che nella nostra ci stara' solo il letto e un armadio lo appenderemo a mo di casettiera al soffitto...non ci sono altre possibilita'.


Punti a favore: e' nel compound del ministro, e quindi abbiamo acqua (tendenzialmente), luce, e se volessimo anche il satellite (ma per adesso facciamo senza, non sentiamo la mancanza della tele e vogliamo disintossicarci). Lavorandoci dovrebbe diventare decisamente carina, la ridipingeranno tutta, metteremo tende e zanzariere, ci rifaremo il bagno un po' piu' decente e la riempiremo di cose carine. Ha molte potenzialita'.
Punti contro: e' microscopica, metteremo grate e zanzariere in tutti I buchi perche' ci fanno un po' paura le bestie, ci sono gatti quindi non ci sono I serpenti, ci dovrebbero essere solo topolini di campagna (che spero siano come quelli europei, non come I ratti di slum che abbiamo intravisto, GRANDI COME UN GATTO e grassissimi) e ci abitueremo alla vita decisamente spartana che dovremo condurvi. Se nei prossimi mesi troveremo qualcosa di piu' grande che ci convinca un po' di piu' ci sposteremo, anche perche' non vogliamo essere cosi' identificati con il ministro.


Il progetto: il progetto sembra veramente entusiasmante, gia' abbiamo fatto diversi incontri interessanti, e c'e' da lavorare per 10, non per due. Ci dovrebbero essere molte potenzialita' e sono sicura che sapremo attivare molte risorse, sopratutto umane, perche' qui in Kenya c'e' molta poverta' e miseria, ma le persone che si sono tirate fuori hanno una grinta da leoni, una forze e un energia e una convinzione incredibile, sopratutto le donne che lavorano nello sviluppo, e ci sono persone veramente interessanti con cui potremo lavorare. Ma il lavoro richiederebbe una lettera altrettanto lunga. Direi che lo rimandiamo ad una missiva a parte.


L'ufficio: e' molto piu' grande della nostra casa, e merita due parole. Fa parte di un grande complesso costruito dalla cooperazione italiana, per lo stoccaggio del grano e consegnato da una ditta affiliata alla Ferruzzi al governo Keniano. Il Banco Nazionale del Grano e Cereali, l'ente che era preposto allo stoccaggio e distribuzione del grano e' fallito, causa ruberie e collasso della produzione di cereali, e adesso c;e; questa emorme costruzione a Bomet, costata chissa' quanti miliardi, con enormi magazzini, la pesa per I camion, uffici, ecc, ed e' assolutamente vuoto e inutilizzato. Non so se e' una vergogna del Kenya o della cooperazione italiana. Preferisco non chiedermelo e cercare di lavorare al meglio sul nostro progetto. Comunque l'ufficio e' grande molto, ha una sala d'aspetto, una segreteria, il bagno, la cucina, e costa praticamente nulla...molto meglio di casa nostra! Inoltre dovremmo avere il telefono e collegamento internet in brevissimo tempo (adesso vi sto scrivendo da Nairobi).

Insomma, se siete arrivati fin qui significa che ci volete veramente bene, e se vi fa piacere noi vi tormenteremo ancora presto con resoconti dettagliati

Voi fatevi sempre sentire che e' bellissimo ricevere messaggi via mail,


Bacionissimi

Elena e aldo