giovedì 6 luglio 2000

KENYA 2 - Mbuzi





Carissimi,
eccoci di ritorno dopo una lunga trasferta a Bomet.

Dai giorni bomettiani, abbiamo tratto alcune massime:


1. La specie umana ha preso il sopravvento sulla terra non perche' sia piu' intelligente o piu' forte delle altre specie animali, ma grazie a una caratteristica formidabile e unica: la capacita' di adattarsi a qualunque tipo di situazione. A questa massima siamo arrivati per esperienze personali progressive (descritte nei dettagli piu' sotto, per i curiosi).


2. Quando un africano, cui hai chiesto di fare delle cose pratiche per te (tipo, avere il tetto, o l'acqua in casa) ti dice, tutto orgoglioso e contento: " E' tutto a posto", significa che mettendoci subito le mani, hai ancora qualche possibilita' di rimediare ai disastri compiuti. Se invece ti dice " E' quasi tutto a posto", puoi sederti e arrenderti, perche' significa che non c'e' piu' niente da fare e tutto e' perduto.


3. Gli africani vanno lenti, a camminare e a fare le cose in genere, non perche' siano pigri o indolenti: e' perche' sono molto prudenti, e sanno che bisogna stare molto attenti, perche' ci sono bestie e insetti orrendi sempre in agguato in ogni momento, e se vai piano hai speranza di vederli per primo e cercare di evitarli o eliminarli (con armi appropriate, mai improvvisare).


4. Nonostante quanto affermato al punto 1, l'Africa e' degli animali (soprattutto quelli piccoli, molto piccoli, o piccolissimi) (o di quelli che dovrebbero essere piccolissimi e invece sono enormi), non delle persone.



Insomma, in realta', e nonostante tutto quello che leggerete, Bomet e' veramente molto bello. Il paesaggio e la natura sono bellissimi, e il paese, quando cominci a vedere le cose con i metri africani, ha praticamente tutto quello che un uomo puo' desiderare nella vita, che si riduce fondamentalmente a una cosa sola: mbuzi. Capra.

Capre che girano ovunque, ma soprattutto da mangiare. A Bomet ci sono un infinita' di posticini dove puoi mangiare, ma in tutti puoi mangiare esclusivamente una e una sola cosa: mbuzi. Mbuzi arrosto o mbuzi in umido. I ristoranti piu' fighi offrono anche la possibilita' di scelta: chapati mbuzi (capra con piada romagnola) o ugali mbuzi (capra con polenta bianca). A parte gli scherzi, Bomet e' un paesino molto piccolo, l'altro giorno inuna strada del centro (una delle due) passeggiava un maiale enormegigantesconero, ma molto piu' pesante di una Panda, e sembrava il sindaco. Ad ogni modo, per dirvi che non siamo in una landa desolata, per esempio a bomet ci sono due negozi di sviluppo e stampa fotografie, due posti dove si possono fare le fotocopie, un centro per computer (che dobbiamo ancora visitare) e addirittura, pare, una biblioteca, che il nostro ministro sembra abbia attrezzato con dieci computer (???). Inoltre ci sono due filiali della stessa banca (nella quale abbiamo aperto i nostri conti correnti, e il direttore non capiva assolutamente cosa volessimo quando gli chiedavamo il CAB della sua banca" Noi siamo famosi: basta che la vostra banca scriva KCB - Bomet, e i soldi arrivano").


Per invogliare poi chi ha gia' comprato il biglietto dell'aereo, e chi, per motivi familiari sara' costretto a farlo suo malgrado, possiamo dirvi, che a Bomet da meno di un mese hanno aperto il "Millennium" un bar assolutamente super di legno con pavimento in vero fango, da vedere perche' e' proprio ridicolo, pero' molto catteristico; c'e' poi un posto, "da Wilson" dove si puo' mangiare pollo e patatine, spezzatino, omelettes, salsicce, fagioli in umido, e tutte cosine buone di questo tipo, guardando la tele, in genere wrestling. La prima sera poi noi siamo stati a mangiare al "Hunting resort club", un club molto esclusivo (...do' capannoni nella bufera) dove fortunatamente ci hanno accettato e abbiamo potuto mangiare della buonissima ed esclusivissima mbuzi (prima di mangiare ci hanno portato un secchio d'acqua, per lavarci le mani, e noi " Oh grazie!.. -e dopo aver visto il colore dell'acqua-...beh, non importa").

Inoltre la gente e' veramente curiosa e ospitalissima. E' una zona di kipsigies, tribu' pacifica di agricoltori, e fuori dalla citta', nelle distese aperte, vivono i maasai, i pastori nomadi.

Il nostro arivo a Bomet, e' stato veramente emozionante. Siamo arrivati nel tardo pomeriggio, perche' e' stato un viaggio molto lungo, dovendo viaggiare col pick up carico di roba, ed essendoci fermati a pranzo nella citta'granda (Narok). La nostra casa e' circa un kilometro prima del paese, si lascia la strada principale e si prende un viottolino in salita, su cui si affacciano diverse capanne, piccole coltivazioni di mais, e ovviamente parecchie mbuzi; gia' sul vialetto dovevate vedere le facce della gente, piccoli venditori locali e tutti i bambini. Prima allibite (due wasungo su un pick up carico di mobili che prendevano proprio il loro vialetto!!!), e poi aperte in sorrisoni enormi e risate contagiose. Siamo entrati nel compound della casa, e li ci ha accolto un sacco di gente, ma cosi' sorridente, ma cosi' sorridente che noi ci eravamo quasi emozionati. Guardia del compound e' un anziano signore masai, una delle facce piu' simpatiche che abbiamo mai visto, con noi parla solo in swaili, ed e' un po' un fac totum. Ha due orecchie lunghissime, le classiche orecchie dei masai, che si allungano un sacco per gli orecchini che si mettono, e alla fine i lobi sembrano delle lunghissime ciambelle, che loro portano tutte arrotolate e annodate (ogni tanto le sciolgono, fa veramente ridere). Nel compound vivono anche, ovviamente, parecchi bambini, che ci si sono messi subito tutti attorno, i piu' piccoli piangevano e scappavano dietro i papa' (non capivano cosa fossimo), gli altri curiosissimi. Sul retro della casa, a tre metri, ci sono delle vere e proprie capanne di paglia e fango, dove vivono i nostri vicini (e la cosa pazzesca e' che nel nostro compound il Ministro ha l'antenna parabolica!!).

Abbiamo cominciato a scaricare il camioncino tutti assieme, in un bellissimo tardo pomeriggio africano, con tutti che ci aiutavano e si divertivano un sacco, diverse donne, un signore tutto elegante, e un atmosfera splendida di campagna, pace, silenzio, solo i rumori della natura, e a pochi metri sulla collina di fronte la mucche al pascolo. Insomma, a noi non ci sembrava vero dopo un mese di orrenda e puzzolente Nairobi.


La prima sera a Bomet per trovare qualcosa da mangiare siamo andati fino in paese, e anche quello e' stato molto bello, a parte il fatto che ho perso una scarpa in una pozzanghera orrenda dove mi sono piantata scendendo al buio dal pick up (non indago la provenienza dei liquami): tutte lucine e lampade a olio sopra i negozi, e tutti che lavorano fuori, sarti, venditori di frutta, negozietti. Abbiamo incontrato un signore che avevamo conosciuto la prima volta, e subito ci ha stretto la mano, ci ha dato il benvenuto, ci ha aiutato a comprare le candele e qualche cosa da mangiare. Insomma, anche se potete non crederci noi siamo stati contentissimi.

Oltretutto, come vi avevamo gia' accennato, il viaggio da Nairobi a Bomet e' splendido: si scende nella rift valley, si attraversa la savana, e sono gia' due volte che lungo la strada troviamo le giraffe (quando corrono che eleganza!). Poi si entra nella terra dei Masai, con tutte le loro mandrie, e i Masai sono veramente bellissimi. Immaginatevi un paesaggio verde, sterminato, con acacie enormi e mandrie disperse, con delle macchie di rosso intenso, che sono i masai sempre vestiti con il loro mantello rosso. Se ne incontrano molti, i bambini, anche loro con lancia e coltello, e sono veramente nobili e fieri. Sono delle bellissime figure, alti, slanciati, stanno lungo la strada appoggiati su una gamba sola alle loro lance di fianco alla mandria. Sono veramente grandi: sono una delle poche tribu' africane che ha sempre mandato affanculo civilta' e missionari. Ovviamente sono nomadi: sempre i migliori!!!!.

Ci siamo fermati per fare delle foto al paesaggio, e una donna con due bimbi e' venuta da noi: e' stato un bellissimo incontro. Anche a Narok girano molti masai, vanno a fare la spesa, e li vedi girare i citta' splendidi (hanno fattezze molto piu' belle di quelle degli africani) nei loro colori intensissimi, e sempre con lancia e coltello (anche le donne, con i bambini sulla schiena, completamente rapate a zero, ricoperte di gioielli coloratissimi).

Cominciando a risalire verso Bomet il paesaggio diventa piu' mite e addomesticato, e le colinette sono tutte sparse di capanne rotonde, di terra chiara, levigata, alcuni sono decorati con disegni all'esterno, e ci hanno detto che sotto Natale molti vengono dipinti con disegni e simboli. Insomma, per noi fare quella strada e' sempre bellissimo, molta gente ti chiede dei passaggi, allora ci si ferma e loro saltano nel cassone dietro.Ti avvisano battendo tul tetto quando sono arrivati. Di li ci sono anche tutte le deviazioni per i diversi parchi nazionali, e credo che quandovorremo rilassarci bastera' girare un po'.


La nostra casetta...beh, migliora. Solo per dirne una abbiamo fatto installare un tank (serbatoio da 200lt) per l'acqua, e invece di collegarlo ai tubi che portano l'acqua in casa, l'avevano collegato con un tubo fantasma che finiva nel nulla nel praticello...insomma, per svangare la situazione abbiamo dovuto comprare stucco, silicone, vernici, pennelli, nastro isolante, retine, colla, e lavorare per la nostra sopravvivenza per tre giorni ininterrottamente. Abbiamo innanzitutto messo il nastro isolante lungo tutte le pareti in alto, dove si attaccano al soffitto, perche' al soffitto non si attaccavano proprio per niente, anzi, c'era un buon tre centimetri di crepone lungo tutta la casa, dalla quale entravano delle cose orrende: la prima sera , che non c'era neanche l'elettricita' (per il razionamento adesso hanno cambiato, e abbiamo la luce una sera si e una no), io mi stringevo tutta addosso a Aldo che girava con la candela nel buio inquadrando una serie di ragni uno piu' mostruoso dell'altro (quelli neri grassi con le gambe pelose), vespe che dormivano sul soffitto, formiche, e dei grilli giganti (o per lo meno, la prima sera abbiamo preferito pensare che fossero grilli, poi abbiamo capito). Eravamo tutti , per cosi' dire...col culo stretto.

Oltretutto non funzionava ancora il nostro cesso dentro casa, e abbiamo dovuto usare quello fuori al buio completo: cesso africano, cioe' casotto di legno con buco nel pavimento e fossa mefitica sottostante da cui ti immagini possano uscire mostri tipo Alien o l'Idra dalle sette teste. Accucciarsi al buio per le donne e' una prova di coraggio. Mi faceva cosi' paura che Aldo e' dovuto stare li con me con la candela in mano...insomma, ci sentivamo un po' disperatini....poi pero' tuto e' migliorato. " Homo faber suae fortunae": i giorni seguenti abbiamo lavorato molto, dipinto e finito di chiudere i buchi. Due sere dopo in casa praticamente non si vedevano piu' ragni, ed e' stata una gran conquista; e' stato un po' esasperante pero' trovarne in continuazione, e ammazzarne un sacco. Lunedi' prossimo dovrebbero montarci anche le zanzariere a tutte le finestre, e abbiamo messo i chiudifessura sotto tutte le porte...quando pero' dopo tutto questo lavoro di due giorni abbiamo trovato un serpe verde sul retro della casa io non ce l'ho piu' fatta e sono scoppiata a piangere. A tutto c'e' un limite. Classica crisi isterica di disperazione: ma no dai, Elena, ti hanno spiegato che non fa niente, e ' uno di quelli timidi, non e' pericoloso, qui non ci sono quelli pericolosi, te l'hanno detto tutti, e' solo un serpentello verde...e io mi ricordavo i serpenti verdi che abbiamo visto al serpentario di Nairobi, col veleno neuroparalizzante che vivono sugli alberi...dai, stai tranquilla, adesso andiamo a letto, che sei stanca....guarda che sulla porta della cucina ci sono ancora quei grilli giganti..che larghi pero' per essere dei grilli...ARGGGG!!! Erano scarafaggi giganti. Io ho avuto un altro collasso e mi sono tutta rattrappita sul divano piagnucolando, mentre Aldo, con il lanciarazzi a DTT ne faceva fuori una famigliola che viveva nell'interstizio della porta della cucina...loro correvano dappertutto, per fortuna non hanno preso il volo (PERCHE' I MOSTRI VOLANO ANCHE), nel quale caso si va benissimo con la racchetta da tennis...insomma, alla fine ero tutta piagnucolante, non mi fidavo di Aldo che li avesse ammazzati tutti e ho voluto vedere tutti i cadaveri...ok, sei piu' tranquilla cosi'? Dai, che appena montiamo le zanzariere a tutte le finestre non ti trovi piu' niente in casa, poi scusa oggi abbiamo tenuto porte e finestre aperte tutto il giorno per dipingere, per forza ci sono entrati i mostri...la casa e' stata disabitata un sacco di tempo...bisogna riprenderne possesso...su andiamo a letto....dai ti tengo la pila io...vai sotto la zanzariera del letto.


La zanzariera del letto e' come la pancia della mamma: sai che li non ti potra'succedere mai niente, sei tutto protetto, e quando ti svegli la mattina i mostri li vedi fuori, e tu ti stiri tutto contento, perche' sai che a te non potranno mai arrivare. Potete quindi immagniarvi l'urlo e lo schizzo all'indietro che ho fatto quando un secondo dopo mi sono trovata faccia a faccia con uno scarafaggio gigante SUL MIO CUSCINO. Sottolazanzarierabubbbuuuuuuuu.

A quel punto ho pianto mezzora di nuovo rattrappita sul divano, intanto che sentivo Aldo di la che menava fendenti a destra e a manca per far fuori ilbisonte. Non vi dico come abbiamo dormito.In seguito comunque abbiamo avuto consigli preziosi su tutto, la zanzariera deve stare sempre chiusa e , soprattutto, non deve assolutamente toccare il pavimento, cosi' abbiamo comprato tutto uno strap di velcro con cui di notte ci sigilliamo dentro, e non e' piu' successo nulla. Inoltre daremo tutto un veleno speciale intorno alla casa, che tiene lontano serpentelli e bisonti, ma ci hanno detto che queste sono paure che hanno solo gli europei, che gli africani per queste cose non si preoccupano, e che gli scarafaggi sono un problema dei ricchi, perche' dai poveri non c'e' niente di allettante neanche per loro.

A sette chilometri da Bomet, mentre noi lottiamo con mbuzi, bisonti e serpenti, c'e invece il canton ticino: Tenwek, l'ospedale degli evangelici americani. E' una specie di visione: prati all'inglese, villette stile anglosassone e tutti bimbi biondissimi tipo pubblicita' della Pepsi che giocano e corrono scalzi. Dentro l'ospedale c'e' anche un ristorantino che dopo quattro giorni di mbuzi ci sembrava di stare a Capri, o Lugano, uguale, bellissimo lo stesso. So che possiamo sembrare fetentoni, ma vi assicuriamo che un conto e' viaggiare a mo di Avventure nel Mondo per un mese adattandosi ad ogni situazione, un conto e' sapere di essere nel posto e doverci vivere: scattano bisogni di normalita' e di conforto che ti servono per mantenere la tua vita in standard il piu' vicino possibile alle tue abitudini. In questo gli americani sono dei maestri: una trentina di persone vivono a Tenwek come se fossero nel Montana, assolutamente ed ermeticamente isolati dal mondo esterno come i militari delle nostre basi in Italia. Comunque abbiamo saputo che c'e' anche una famiglia di "deviati" che, inspiegabilmente per gli altri ha scelto di vivere a Bomet: la cercheremo presto.


Noi nel frattempo siamo ritornati a Nairobi, e abbiamo finito di comprare tutto quello che si serve per la casetta, che, ripetiamo, a dispetto di quanto possiate pensare arrivati a questo punto, sta diventando veramente carina. Abbiamo appeso batik alle pareti, stoffe del mali, bellissimi lavori intagliati di Lamu, dipinti di Masai: insomma, e' la nostra prima casetta e sarete molto invidiosi quando la vedrete. Abbiamo gli stessi gusti, e per noi sta diventando un gioiellino (un gioiellino semplice, ma un gioiellino).


Bene, questo e' tutto per il momento, era solo per aggiornarvi un po'

Studiate bene la lettera che poi si fara' il concorso!!


Bacioni a tutti

Elena